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Due giorni dopo l'attacco del commando israeliano alla nave turca Mavi Marmaris una cosa è chiara: si è trattato di un'azione fallimentare per Israele dal punto di vista politico ed anche militare. Diversi esperti militari ed anche attenti commentatori israeliani sono convinti che la marina israeliana abbia pianificato male l'azione sottovalutando la capacità di reazione dell'organizzazione non governativa turca IHH che ha organizzato la Gaza Freedom flotilla.
Naturalmente solo qualche sciocco pacifista, emotivo e settario, può pensare che gli israeliani siano i cattivi e che gli attivisti della Gaza Freedom flotilla siano i buoni. L'organizzazione IHH fondata da Bülent Yildirim è nota infatti da tempo non solo per le sue attività filantropiche ma anche per il suo appoggio ad Hamas e a gruppi del terrorismo internazionale. Era dunque chiaro che Israele non avrebbe permesso alle navi dell' IHH di attraccare liberamente a Gaza.
Premesso questo, l'azione israeliana risulta assurda in quanto si è svolta in acque internazionali ad 80 miglia dalla costa e ciò fa passare automaticamente Israele dalla parte del torto. Inoltre la morte di nove (?) persone sul ponte della nave aumenta ulteriormente l'isolamento internazionale di Israele. Sarebbe stato forse più saggio cercare di scortare la nave turca fino al porto di Ashdod e comunque intervenire laddove inizia il blocco navale della striscia di Gaza.
Ricordiamo che in quel territorio di 378 kilometri quadrati vivono, in condizioni impossibili, oltre un milione e mezzo di persone con una densità di 4000 abitanti per km quadro, una delle più alte al mondo. Ed erano meno di centomila nel 1948 ! Di certo la questione demografica è capitolo fondamentale del conflitto israelo-palestinese. In quella striscia di terra, sede di guerra permanente, l'esercito di Israele ha condotto tra la fine del 2008 e il Gennaio del 2009 intense e devastanti operazioni militari. Poichè qui ci occupiamo prevalentememnte di temi ambientali, consiglio la lettura del dettagliato rapporto fatto nel Settembre 2009 dall' Agenzia delle Nazioni Unite, United Nations Environment Programme, sulle condizioni ambientali nella striscia di Gaza. Un vero disastro.
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