La Disinformazione dilaga nell'Italietta allo sbando...così si torna a chiacchierare di energia nucleare.
E' un tema che appassiona.
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Subject: Ancora sul nucleare
Date: Thu, 26 Feb 2009 11:44:49 +0100
Gentile Redazione di Radio3Scienza,
ho avuto modo di sentire le interviste che avete fatto, ieri, al docente di impianti nucleari di Pisa e, oggi, al Sig.Testa. Vorrei farvi una proposta: perchè non verificate le informazioni che vengono trasmesse con gran sicumera dagli intervistati e, nel caso di errore, non rettificate il giorno successivo? Non c'è niente di peggio che fare trasmissioni scientifiche nelle quali vengono propalate balle.
1) Il docente pisano, Ing. Walter Ambrosini, afferma che il costo dell'Uranio incide solo per il 5% sul costo finale del KWh. Indi, egli conclude che quand'anche il prezzo dell'Uranio dovesse salire il suo effetto sarebbe scarso. Falso! Quella percentuale è calcolata senza tener conto degli ingenti costi collaterali/ambientali legati all'estrazione e trattamento del minerale. C'è una letteratura in proposito che il docente evidentemente ignora.
Il docente pisano conosce la lezioncina limitatamente agli impianti nucleari ma non va oltre. In particolare non ha mai visto una miniera di uranio. E' probabile che egli esca da Pisa solo per andare a qualche conferenza o fare qualche vacanza organizzata.
2) Chicco Testa invece è un furbacchione...ero presente alla presentazione del suo libretto nell'agosto scorso. Devo dire che mi è anche simpatico perchè è frizzante.
Non ha però la minima idea di cosa sia l'energia in generale e quella nucleare in particolare.
Ha studiato filosofia...nel '68 si muoveva con agilità nel "sociale" meneghino, è tipo da assemblee ma non ha competenze specifiche. Lui è comunque uno che la sa lunga e la sa raccontare bene (infatti è riuscito a far il presidente ENEL). Però, ho visto che di fronte a domande precise, non sa rispondere. Peccato che i giornalisti, generalmente poco istruiti, non gliene facciano mai.
In generale, i giornalisti italiani sono...italiani. Dunque non fanno domande insidiose all'interlocutore di turno bensì tendono a metterlo a proprio agio, ad essere concilianti, compiacenti. L'italiano è tendenzialmente servo ma, per un giornalista, essere servile significa aver sbagliato mestiere. Ci sono eccezioni, anche grandi eccezioni, come è ovvio. Ma la massa è obbediente. Di tutt'altra natura e spessore è il giornalismo anglosassone. I grandi giornalisti della BBC mettono il politico di turno con le spalle al muro. Senza far sconti a nessuno. Naturalmente sono molto preparati...chissà che anche la volitiva Elisabetta Tola non impari il mestiere dai suoi colleghi inglesi.
Trovo poi straordinario che il Testa abbia pubblicato quel libretto. Se in Italia esistesse una seria procedura di recensione (pre pubblicazione) quel libretto sarebbe stato cestinato.
Fare le recensioni ai libri dopo che sono stati pubblicati significa far loro comunque pubblicità anche se non la meritano. Il proliferare di letteratura-spazzatura non è buona cosa. Vanno messi dei filtri a monte per evitare che i sedimenti inquinanti arrivino a valle.
Stamani Testa ha citato ancora quel rapporto IEA (o si riferiva a quello dell'IAEA ?) che dimostrerebbe come "l'energia elettrica di fonte nucleare è la più efficiente e conveniente subito dopo il risparmio energetico che viene al primo posto". Constato che, nella Testa-versione, il fantomatico rapporto sarebbe nel frattempo cambiato: ora il nucleare sarebbe al secondo posto e non più al primo, come egli sosteneva ad agosto.
Sono contento che abbia ora accettato di collocare il risparmio energetico al primo posto: la discussione agostana un pochino gli è servita.
Dove è però la dimostrazione a cui fa riferimento ? Qual'è il rapporto IEA (o IAEA ?) che "tutti accettano" e che dimostrerebbe il quasi-primato del nucleare in termini di convenienza ?
Potete verificare se quel che dice il Testa è vero o se si tratta di una delle sue consuete, simpatiche balle ?
Egli ha ripetuto stamani di "avere investito dei soldi con amici nel settore delle energie rinnovabili" (nell'idroelettrico, vi aggiungo io). Potete chiedergli quanto è disposto ad investire DI TASCA SUA nella costruzione di centrali nucleari?
Grazie e Cordiali saluti
Marco Zoli
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-------- Original Message --------
Subject: Porro e il Nucleare
Date: Wed, 25 Feb 2009 22:14:36 +0100
Gentile Sig. Porro (Vice Direttore de Il Giornale),
ho sentito stamani a PrimaPagina - Radio3 i suoi commenti sul tema "Il nucleare". Credo che lei sia in buona fede ma è un fatto che lei non ha le cognizioni di base per avere un'opinione fondata su di un tema così complesso. Nè, tantomeno, lei può fare Informazione in proposito.
Rispondendo ad un ascoltatore che faceva riferimento al problema delle scorte di "uranio", lei è stato sincero...ha detto che non aveva sentito proporre la questione come centrale. Per sua informazione le giro il link ad un mio articolo del maggio scorso che affronta alcuni dei problemi legati all'opzione nucleare
http://marcozoli.blogspot.com/2008/05/nucleare.html
Rispetto ad allora la potenza installata nel mondo è rimasta circa immutata...anzi, la stessa World Nuclear Association ci informa onestamente che ci sono tre reattori di meno operanti.
Io le ho sentito dire, tra le altre cose, che "tutto il mondo sta costruendo centrali nucleari". Si tratta evidentemente di una balla colossale. Caro Porro, perchè parla?
Se avrò tempo commenterò nei prossimi giorni l'accordo italo-francese...ma non ne vale nemmeno molto la pena perchè è evidente che si tratta sostanzialmente di un annuncio mirante a dar fiato all'azienda AREVA (che non sa più dove sbattere la testa) con contropartite per ENEL in Francia. Si figuri che se le centrali di cui si ciancia dovessero veramente essere realizzate
la loro potenza complessiva sarebbe meno di 1 / 12 della potenza elettrica già installata oggi in Italia. Inoltre, se funzionassero con continuità, esse andrebbero a coprire non più di 1 / 30 del fabbisogno energetico nazionale. Lo sapeva? Sono stato anche molto generoso nella stima...e ciò varrebbe a partire forse dal 2022! Quella percentuale può essere invece facilmente risparmiata, da quasi subito, mediante misure di efficienza energetica. Spendendo inoltre una cifra irrisoria rispetto a tutti i quattrini che si spenderebbero per fare quelle 4 centrali. E si tratterebbe di soldi pubblici perchè è molto difficile che un privato investa oggi di suo nel nucleare senza sapere se e quando quei quattrini gli frutteranno. Nel mondo, a cui lei si riferisce senza conoscerlo, le centrali nucleari le fanno i governi con le aziende da loro, de facto, controllate.
Chiunque sappia contare capisce che il famoso "accordo italo-francese" non serve affatto a risolvere il problema energetico italiano. Chiunque abbia sale in zucca sa che le finalità sono ben altre.
Caro Porro, perchè non si mette a studiare la questione (per 10 ore al giorno, tutti i giorni, per alcuni mesi almeno) prima di voler dire la sua a tutti i costi? Secondo me lei è un impulsivo.
Cari saluti
Marco Zoli
11 comments:
L'intervento di Zola è prevedibilmente offensivo ed esibisce la sicumera tipica del combattere il nucleare solo per ideologia.
Chiederei a Zola quali esternalità pensa si debbano tenere in conto nel valutare il costo sociale di "non" aver fatto il nucleare in Italia per venti anni. Sarebbe interessante fare un'analisi in termini di mancato sviluppo produttivo ed economico, di impatto ambientale e di morti (che non valuteremo mai) causati dal non avere usato un'energia sostanzialmente più environmental friendly di quelle fossili.
Mi spiace poi constatare che un collega universitario tenti di screditare le affermazioni di un altro collega non con un confronto "peer-to-peer" ma semplicemente tacciandolo di provincialismo, pur senza conoscerlo. Ma, mi dica: forse ci conosciamo? ho avuto il piacere? come fa a ipotizzare che io frequenti solo conferenzette, ammesso che questo sia rilevante a qualunque riguardo?
Caro Zola, forse lei non se ne è accorto, ma non era esattamente il tema del dibattito quali e quante fossero le "conferenzette" a cui io partecipo ed è solo deludente che lei partortisca un argomento così squallido e personale per combattere il nucleare. Ha altre frecce al suo arco? In caso contrario, cerchi di procurarsene.
A parte questo, confermo comunque che non ho mai visitato una miniera di uranio; centrali e centri di ricerca sì, molte volte, ma miniere no, purtroppo. Mi occupo di ricerca ed istruzione in un settore specifico dell'ingegneria nucleare, un settore che è per forza di cose internazionale e ha le sue conferenzette in giro per il mondo, ma non ho il dono dell'ubiquità e soprattutto non ho il tempo di viaggiare molto per diporto.
Peraltro non sono mai stato nemmeno in una miniera di carbone: ho avuto questa sfortuna. Ciononostante so, come dovrebbe sapere anche Zola (lo saprà?) che per produrre la stessa quantità di energia con il nucleare si parte da una quantità di minerale un paio di ordini di grandezza inferiore a quella necessaria per il carbone e questo vuol dire qualcosa in termini di impatto ambientale, di salute dei lavoratori, di impatto dovuto al trasporto del minerale e così via.
Forse non ci si è resi conto dell'inversione di tendenza a livello mondiale, del fatto che molti ambientalisti sono ora a favore del nucleare, a torto o a ragione, del fatto che la stessa Svezia ha cambiato politica in relazione al nucleare, perché ci si è resi conto dei danni ambientali del business-as-usual.
Ma può essere che io non sappia che qualcuno abbia finalmente scoperto l'unobtanium, il mitico elemento che produce energia senza alcun effetto collaterale. In questo caso attendiamo con ansia un futuro articolo su Nature sull'argomento: altro che le conferenzette a cui vado io e i giornaletti su cui scrivo... che invidia per lo scopritore...
Con viva partecipazione,
Walter Ambrosini
Cara Ambrosina,
pubblico con piacere il suo sfogo tanto sincero quanto confuso. Esso conferma che: 1) io avevo colto nel segno, 2) lei non ha le competenze per poter trattare le questioni complesse relative all’uso dell’energia nucleare a fini civili. Meno che meno lei può fare informazione corretta. Il suo intervento a Radio3Scienza ( http://www.radio.rai.it/radio3/view.cfm?Q_EV_ID=277613# ) è stato un flop. Inoltre, come vede, lei su questo blog può avere un confronto peer-to-peer (che significa alla pari) e dire la sua; mentre a Radio3 lei ha fatto un monologo senza contradditorio alcuno, rispondendo alle domandine pre-confezionate per lei dalla conduttrice (che del nucleare sa men che zero) e ad alcuni sms di ascoltatori. Però è stato sicuramente sfortunato perché quel mattino, in ascolto, c’ero anch’io.
E su, non faccia la vittima Ambrosina…dove ha visto le offese? E cos’è quel “prevedibilmente” nel suo commento? L’avverbio è fuori luogo…
Ma procediamo con ordine:
a) se è vero che l’Uranio forma il combustibile delle centrali nucleari, è altrettanto vero che l’Uranio non si brucia come si brucia il metano. Tutte le fasi del ciclo dell’Uranio, dall’estrazione alla consegna in centrale, sono estremamente complesse, energivore e ad alto impatto ambientale. Se lei non studia e non vede di persona le cose, non potrà mai capire. Lei ha ignorato gli effetti disastrosi provocati ovunque nel mondo dall’estrazione dell’Uranio, che non è attività facile: le tecniche (ritenute avanzate) di "in situ leaching" permettono di pompare in superficie l’Uranio anche da giacimenti ove esso è disponibile in scarsa concentrazione. Bene, come liquido lisciviante si usa generalmente acido solforico che viene iniettato nella roccia porosa del sottosuolo. Vogliamo andare a Stráz pod Ralskem (Repubblica Ceca) , ove l’Uranio è stato estratto fino al 1995 e vedere quanto è estesa l’area contaminata da liquidi fuoriusciti dal sito d’estrazione? Lei sa che si tratta di almeno 30Kmq i quali incorporano le falde acquifere che servono le città di Mimon e Liberec? Chi paga i costi relativi alle opere necessarie per impedire l’ulteriore migrazione in falda di acque contaminate da ammonio e acido solforico? Sono contemplati in quel 5% da lei citato nel suo sproloquio radiofonico?
Ambrosina ! Perché non organizza una conferenza a Liberec, invita i suoi colleghi specializzati in impianti nucleari e, tra un buffet e il successivo, non vi bevete della buona acqua locale? Analogo discorso se ci spostassimo a Koenigstein, vicino Dresden e non lontano dal sito ceco. Per inciso la informo che Rep.Ceca, Germania e tanti altri paesi hanno esaurito da un pezzo le loro miniere di Uranio…forse in prospettiva il dato può essere rilevante.
b) Ma lasciamo l’Europa e trasferiamoci in India, precisamente a Jaduguda nello Stato di Jharkhand. Io voglio essere gentile con lei: nel prossimo inverno la voglio invitare a venire con me a Jaduguda (naturalmente si paga il viaggio coi suoi quattrini e, se non ne ha molti, chiederà qualcosina ai suoi amici dell’industria nucleare….magari Areva l’aiuta!). In quella
zona la spazzatura radioattiva che deriva dalla lavorazione dell’Uranio (in gergo, mill
tailings) scorre nei villaggi, contamina le acque, si trova nei campi dove la gente coltiva i
cereali. Il fatto è riconosciuto dalla stessa Uranium Corporation of India che promette (!)
risarcimenti. Ci sono questi quattrini nel suo 5%? Ambrosina ! Siccome lei ignora questi
costi, io torno lì con lei apposta per vederla bere l’acqua di quelle falde contaminate e mangiare il pane ivi prodotto. Se i costi non ci sono vuol dire che non ci sono neanche i danni, quindi lei può mangiare e bere tranquillo. Ok? Ci accordiamo sulle date, da Novembre a Febbraio mi va bene. Mi comunichi o qui o in privato quando desidera partire. Peraltro viaggiare le farebbe bene, così magari si sprovincializza un
pochino. Non se ne abbia a male….mi è bastato sentirla alla radio per capire di che pasta era fatto….conosco i miei polli !
c) E ancora…la invito ad andare ad Arlit, un posto fantastico nel nord del Niger. Lì però ci va
da solo così diventa autonomo. Ad Arlit, la famosa azienda di Stato francese Areva porta via l’Uranio usando le sue sussidiarie locali. La lista dei guasti ambientali e la situazione sanitaria nel nucleo abitativo cresciuto attorno all’insediamento minerario è arcinota. La popolazione locale è estremamente povera, l’Uranio le ha creato soltanto guai. Ed è anche estremamente incavolata…sappia che alcuni tecnici della miniera sono stati rapiti quindi prenda qualche precauzione. Le cito questo caso per farle presente che la Francia ruba da decenni l’Uranio in Niger (e altrove) per alimentare i suoi 59 reattori e consentire ai suoi abitanti di scaldare confortevoli casine con termosifoni elettrici. Peraltro a prezzi stracciati…sfido io! Quello che si ruba è sempre economico…se poi si riesce a stornare i veri costi della produzione elettrica su altre voci di bilancio, beh allora si capisce come il KWh da fonte nucleare possa risultare ancor più competitivo. Non sarà un caso se recentemente Areva si è proprio risentita col governo nigeriano: esso ha capito che con cinesi e indiani riesce a fare qualche affare in più e dunque tenta di liberarsi dal giogo coloniale francese.
Ambrosina! Sulla base di queste ed altre considerazioni (può trovare il link al mio articolo di Maggio 2008 con alcuni spunti), è evidente come solo un imbecille possa affermare che la produzione di energia elettrica da fonte nucleare è “environmentally friendly”.
d) Ora però mi sono carburato e vorrei uscire dalla questione strettamente ambientale passando ad altro capitolo. Sì, perché io ero stato magnanimo con lei e le avevo concesso quella stima del
5% scorporando i costi collaterali/ambientali. Ma anche quel dato va chiarito. Perlomeno lei avrebbe dovuto render noto che il costo dell’Uranio è una frazione del vero costo del
combustibile. L’incidenza del costo del combustibile sul costo finale del KWh, è questo di cui
si parla, dipende da tanti fattori che un ingegnere nucleare dovrebbe conoscere meglio di me:
ai costi estrattivi, vanno aggiunti quelli di gassificazione del minerale in esafluoruro di uranio e quelli di arricchimento, ottenuto mediante centrifugazione oppure mediante diffusione gassosa.
Per inciso, quest’ultima fase è fortemente energivora e solo in alcune parti del mondo essa è auto-alimentata dall’energia prodotta dai reattori medesimi. In tanti Paesi l’arricchimento dell’Uranio è svolto invece bruciando grandi quantità di combustibili fossili…vedi carbone! Ergo, l’affermazione: “l’energia nucleare è pulita ed alternativa ai combustibili fossili” è doppiamente falsa.
Ma torniamo al prezzo: quel
5% (o invece il 15-18% se ci si riferisce al combustibile) che Ambrosina ha trovato navigando
in Internet non tiene conto del fatto che il combustibile va poi
anche incapsulato. E ciò richiede barre fatte di materiale estremamente costoso che vengono
quindi disposte a formare il nocciolo del reattore. Anche se le stime finali sono controverse, è certo che l’incapsulamento fa lievitare ancora di un bel pò il costo vero del combustibile nucleare.
Sarebbe come se Ambrosina pensasse di mettere il petrolio direttamente nel serbatoio della sua auto. Il petrolio estratto dal campo in Oman, faccio per dire, costa US$2 al barile ma la benzina che Ambrosina paga costa molto di più, o no? E non è solo per le tasse…c’è tutta l’attività di
trasformazione! Per l’Uranio, l’equivalente attività di trasformazione finisce con
l’incapsulamento. E’ chiaro?
Warning: è pacifico che Internet è uno strumento strepitoso ma quel che si trova in rete va filtrato, analizzato, capito. Bisogna saper leggere ed avere un alto senso critico. Sempre!
Caro Walter, so che lei in fondo è un brav’uomo…però la cosa che ritengo più grave (per quanto non mi stupisca più da un pezzo) è che sia un professore universitario ad andare alla radio a fare affermazioni talmente semplificanti e semplicistiche su questioni così rilevanti. Io capisco la sua rabbia, che da ieri mi esterna anche in privato: lei è stato colto in castagna dal sottoscritto proprio su questioni inerenti alla sua professione. Lei è un grande esperto di impianti nucleari. Partecipa a conferenze e viene intervistato sulla base del suo expertise ! Ciò le provoca una sottile eccitazione…parenti e
amici l’avranno ascoltata a Radio3Scienza. Lei ringraziava in cuor suo che i riflettori si fossero riaccesi sul “nucleare” in virtù dell’accordo…si fa per dire…italo-francese. Tale "accordo" le permette intanto di acquisire visibilità sociale… e chissà, in futuro, anche qualche finanziamento? Ma il fatto inequivocabile è che la sua visione della questione nucleare è ristretta…lei sa tutto sui
bulloni del reattore ma non coglie le finalità e le implicazioni della costruzione del reattore
medesimo. Non è peraltro in grado di analizzarne i costi veri.
Si informi sulla vicenda esemplare del reattore EPR in costruzione a Olkiluoto e che doveva essere l’emblema della riscossa dell’industria nucleare in Europa…sa che la tedesca Siemens è uscita a fine Gennaio dalla collaborazione con Areva ? Sa che il reattore avrebbe dovuto essere pronto a metà di quest’anno e che ora la consegna è stata dilazionata al 2012? Sa che i "subcontractors" avevano fatto male le saldature degli anelli metallici di protezione? E per fortuna qualcuno si è accorto…. Sa che ciò comporta penali strepitose sul prezzo, peraltro stracciato, che era stato concordato nel 2003 tra le parti? Sa che in Finlandia molti sono infuriati? Sa che questo è l’ennesimo flop di Areva ? Sa che questo flop contribuisce a spiegare come mai il Presidente di Francia abbia cercato qualche cretino in Italia disposto a dargli una mano e a cui rifilare i medesimi EPR?
E da un punto di vista tecnico, la questione dell’alto "burnup" (l’energia termica generata per unità di massa di combustibile) degli EPR va analizzata in modo molto attento: perché se è vero che l’alto "burnup" riduce la massa totale delle scorie è anche vero che la radioattività delle medesime aumenta. Aumenta inoltre il grado di arricchimento richiesto per l’Uranio, con conseguente aumento dei costi iniziali. E ciò chiude il cerchio.
Come mai non ha raccontato queste cosine (fatti e non opinioni) per radio invece di ostentare tutto quell’ottimismo banale e fuorviante in favore dell’EPR? E dove è “ l’inversione di tendenza a livello mondiale” sul nucleare che lei vede? Forse negli USA? E’ vero che lì c’è stata un’inversione di tendenza sul nucleare, peraltro dal 1978, ma in senso esattamente inverso a quello che pronostica lei….mi creda, Walter ! Lei non ne ha imbroccata una! Ha fatto una figura pessima, glielo dico con affetto. E ancor peggio ha fatto Radio3Scienza…con quel ridicolo “Nucleare ? Oui, merci!”
Eppoi, scusi Walter…ma se la produzione di energia elettrica da fonte nucleare fosse conveniente, io sarei favorevole. Se sono contrario significa che non è conveniente. Non aveva capito questa ovvietà?
Caro Walter, ora concludo perché vado alle terme a farmi un bella nuotata nell’acqua naturalmente calda. Voglio però darle la possibilità di riscattarsi. Ho apprezzato la sua critica dei combustibili fossili, qui sfonda una porta aperta, ma mi sono rimaste alcune curiosità: lei come si scalda a casa sua? E come scalda l’acqua che usa? E come produce l’elettricità che consuma? E’ così gentile da rispondere su questo blog in modo dettagliato a queste domande precise? Perché a me interessano molto, oltre alle analisi teoriche, anche i comportamenti concreti e la coerenza individuale. ….e mi faccia sapere per Jaduguda!
Il fatto che lei volga il mio nome al femminile è forse perché reputa le donne inferiori e quindi femminilizzare un uomo è un'offesa?
Ho la massima stima delle donne e la cosa non mi tocca. I suoi commenti sono squallidi e sottilmente volgari, degni di una persona che sfoggia falsa cultura.
Visiti le miniere di carbone e confronti la loro "industrial dereliction" con quella delle miniere di uranio.
E, mi raccomando: quando avrà trovato l'unobtanium lo faccia sapere a tutti noi.
Ovviamente non risponderò ulteriormente alle sue volgarità. Imposti il discorso in maniera credibile e vedrà che anche gli altri la considereranno degno di attenzaione. Per ora non è il caso.
Walter Ambrosini
L’ Ingegner Walter Ambrosini (Università di Pisa) è uno dei massimi esperti italiani di Impianti Nucleari. Il tema della nostra discussione è “Energia e (Dis)informazione”. Egli mi aveva chiesto un confronto “peer to peer” e l’ha avuto. Nel precedente commento, gli avevo posto delle domande molto precise sul tema.
Constatiamo che l’Ingegnere (che naviga in Internet) non risponde alle domande. Ci informa, invece, di avere “la massima stima delle donne”. Accolgo la notizia con piacere ma non vedo che c’entri questa bella digressione intimista col tema in oggetto.
Ahh Walter, le gettavo un’ancora per evitarle di fare del tutto la figura del pirla: temo di non esserci riuscito. Lei è stato stroncato ed è come un pugile suonato: i ripetuti messaggi che mi sta inviando in queste ore (ne vedo almeno 9) non fanno che confermarlo.
Ora proseguo in altre direzioni…cari saluti e si rianimi con una bella dose radioattiva.
Sono divertita dallo scambio epistolare tra i Dottor Zolo e il Prof. Ambrosini (in arte Zola e Ambrosina).
In quanto profana e assolutamente impreparata sull'argomento, avrei davvero trovato informativo un reale confronto, al quale ,gentile professore, lei continua a sottrarsi. Peccato! Eppure sarebbe questa facilita' di interagire una delle positivita' di internet.
Grazie a Zolo per l'attenzione a un tema caldo come il nucleare e le energie rinnovabili.
Francesca Vacca
Napoli
Questa notizia forse puo' interessare gli autori e i lettori del simpatico botta e risposta, parla di Areva e dell'EPR in finlandia:
RaiNews24: La centrale nucleare finlandese finisce in tribunale mentre aumentano i costi
ciao Marco,
a me risulta che la stima del 5% relativa al costo dell'uranio naturale rispetto al costo del kWh prodotto da una centrale nucleare sia abbastanza vicina alla realtà (circa il 6%). Se poi ti riferisci all'incidenza del costo di tutto il ciclo del combustibile nucleare, allora si sale al 28%; ma in questo caso si sta considerando (oltre al costo dell'uranio Naturale) anche quello dell'conversione in esafloruro, l'arricchimento, la fabbricazione della barretta vera e propria di combustibile, l'immagazzinamento e smaltimento post-irraggiamento etc etc. Ma in definitiva i costi dei processi tecnologici di cui sopra non sono soggetti a fluttuazioni di mercato.
Pertanto giudico corretta l'affermazione di Walter Ambrosini.
Supponendo che il prezzo dell'uranio naturale triplichi (ipotesi veramente incredibile!), la sua incidenza sul costo totale del kWh salirebbe al 16%, che rimarrebbe ancora un costo competitivo.
Luca
No, l'affermazione dell' Ing.Ambrosini è sbagliata dunque lo è anche la tua valutazione.
1) Non si può sapere quanto sia il costo finale del KWh da fonte nucleare dato che i parametri indeterminati sono tanti. Ergo, stimare il costo dell'Uranio al 5% (o 25%) del totale senza sapere quant'è il totale è di per sè una fesseria metodologica.
2) Io mi riferivo esattamente al costo dell'Uranio naturale. C'è scritto chiaro. Quand'anche si stabilisse in qualche caso specifico il costo finale del KWh, è evidente che quel 5% (diffuso da alcune fonti) non tiene conto di tutti i disastri provocati dall'estrazione del minerale. Ho dato solo alcuni esempi concreti, suggerendo anche qualche itinerario turistico. Puoi andare a verificare in situ.
3) E' assai improbabile che io scriva cose non documentate. Fai senz'altro bene a esprimerti ma ti inviterei prima a leggere e valutare quello che scrivo onde evitare mie ripetizioni che comunque provocano un consumo di tempo.
Te lo dico amichevolmente poichè conosco bene l'abitudine italiana del voler parlare e comunicare a tutti i costi. Anche senza cognizione di causa. Ognuno dice la sua senza riflettere su ciò che dice l'altro.
il costo totale al kWh è di circa 0.03 euro;
quello dovuto al combustibile nella sua totalità è di circa 0.008 euro/kWh
http://www.eia.doe.gov/cneaf/electricity/epa/epat8p2.html
Luca
Caro Ing. Walter alias Luca alias Simone,
è inutile interloquire con gli ottusi, peggio che peggio con gli ottusi in veste anonima.
A titolo di chiarimento per eventuali pazienti lettori: i numerini citati dall' ingegnere (scopiazzati acriticamente dal sito EIA) non incorporano gli ingenti costi legati alle varie fasi estrattive dell'Uranio per il semplice motivo che tali costi non vengono mai pagati dalle aziende che rubacchiano l'Uranio nei vari siti estrattivi. Tali costi rimangono però a carico dei sistemi naturali e delle popolazioni che vivono nei pressi delle miniere. Ancora: quei numerini non possono tener conto dei costi relativi al processo di smaltimento dei materiali di scarto in quanto tale processo dura per un tempo infinitamente più lungo di quello di una vita umana. Come si fanno a definire ora con tanta sicumera costi/spese che sono in divenire?
Chiunque non sia stupido capisce che quei numerini sono necessariamente approssimativi e che i veri costi dell'intero processo produttivo di elettricità da fonte nucleare sono ignoti.
Non pretendo che l'ingegnere sviluppi ora, alla sua età, capacità critiche e analitiche tali da ampliare la sua visione e cogliere la questione nucleare nella sua complessità. Mi accontenterei se la finisse di scocciare: sia in prima persona che nelle sue fantasiose reincarnazioni.
Anche a me sarebbe piaciuto che il Prof. Ambrosini si fosse prestato al confronto, in maniera aperta e trasparente, rispondendo alle domande fatte e, magari, facendo a sua volta altre domande.
E' di importanza vitale per tutti fare chiarezza su temi tanto importanti quanto quello del nucleare e in generale dell'energia.
E' importante diffondere informazione vera e non controllata e mistificata ad arte per interessi propri e/o di pochi.
Non so quasi nulla sui temi dell'energia quanto meno sul nucleare, ma da quanto ho letto in passato e da quanto emerge da questo post non posso fare altro che dar ragione a Marco, che ringrazio per il suo impegno.
Stefano.
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