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Milioni di turisti sono in queste settimane distesi lungo le spiagge del Mediterraneo, portano quattrini ma anche una maggior pressione ambientale alle già densamente popolate località costiere. C'è nel Mediterraneo più orientale una striscia di terra martoriata dove la vita è particolarmente difficile e dove i problemi ambientali sono particolarmente acuti: la Striscia di Gaza che, con circa 1.5 milioni di abitanti su 360 kms quadrati, è una delle zone più densamente popolate al mondo.
Con piacere, voglio qui dare notizia di un progetto di collaborazione avviato tra i Sindaci delle vicine città di Gaza e Ashkelon (Israele) per trattare le acque di scarico della popolazione di Gaza che formano immense fogne a cielo aperto, infettano le falde sotterranee e inquinano la stessa costa mediterranea che accomuna i due popoli. I bambini di Gaza soffrono di diarrea, vermi intestinali e malattie all'apparato respiratorio dovute ai miasmi emessi dalle lagune formate dagli scarichi non trattati. La stessa città di Ashkelon vede arrivare ogni giorno dal mare un flusso scuro proveniente da Gaza ed ha tutto l'interesse ad affrontare il problema. Le questioni ambientali sono sempre interessanti anche perchè dimostrano quanto sia ridicola l'idea stessa di confine. Inoltre, il trattamento delle acque permetterebbe di ottenere composti fertilizzanti per l'agricoltura di Gaza. Partners nel progetto sono anche la compagnia israeliana Mekorot, l'Autorità per le acque Palestinese e le Nazioni Unite. Serve però anche l'approvazione di Hamas. Vedremo se arriva.
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