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Il consumo di carbone in India è aumentato di oltre cinque volte negli ultimi 30 anni, passando dai circa 120 milioni di tonnellate annue del 1980 ai circa 630 milioni tons dell' anno scorso. Mediante il carbone il Paese genera circa il 75% dell' elettricità consumata.
La produzione interna, pur enorme ed in continua crescita, non riesce ormai più a coprire il fabbisogno nazionale: attualmente l'India estrae dalle sue miniere circa 570 milioni tons carbone all' anno. In termini energetici, tale quantità corrisponde a circa 9.4 quad
[ 1 quad = 1 milione di miliardi di BTU (British Thermal Units).
BTU è l' unità con cui si misura il contenuto calorico dei combustibili. 1 KiloWatt-ora corrisponde a 3412 BTU ].
La produzione di carbone dell' India è dunque maggiore di tutta quella europea (7.9 quad) mentre, relativamente ai consumi, l' India è il terzo Paese al mondo dopo China e USA.
Per produzione di CO_2, l' India è invece il quarto Paese al mondo con circa 1 miliardo e mezzo di tonnellate annue.
Date queste premesse, acquista una grande importanza l'annuncio fatto dal Ministro delle Finanze Indiano nel presentare il piano finanziario per il biennio 2010-11: ad ogni tonnellata di carbone prodotto o importato verrà applicata una tassa di 50 Rupies (circa 80 €cents ). Con il ricavato, che dovrebbe essere dell'ordine dei 30 miliardi Rupies, si finanzia il National Clean Energy Fund avente lo scopo di incentivare ricerca e sviluppo delle energie rinnovabili ed in particolare di sostenere il piano National Solar Mission già lanciato due anni fa dal Primo Ministro Indiano.
L' azione intrapresa dal governo Indiano è seria e rappresenta l'unica strategia possibile al fine di ridurre la dipendenza del sistema economico dall' uso dei combustibili fossili, in primis dal carbone.
1 comment:
Bella notizia da un colosso come l'India! Era un'azione che speravo si concretizzasse a livello planetario a Copenaghen!
Ma lo sai che l'ex guru della Microsoft si vuole mettre a vendere mini centrali atomiche, come stanno facendo i Russi!!
Mi meraviglio come un miliardario come lui non pensi ad investire in mini generatori di idrogeno da fonti rinnovabili abbinati e integrati con celle a combustibile di idrogeno per abitazioni domotiche. Certo alle multinazionali servono centrali, grandi o piccole che siano che non possono essere alla portata di tutti come idrogeno e fonti rinnovabili! Ciao
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