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Ci volle il primo rapporto dell' Intergovernmental Panel on Climate Change (e l'intensificarsi negli anni '80 dei periodi di grande siccità negli Stati del Midwest USA) per spingere le Nazioni Unite ad organizzare nel 1992 il primo grande Earth Summit di Rio de Janeiro nel quale la questione dei cambiamenti climatici veniva posta come questione centrale per l'umanità e riconosciuta tale, almeno formalmente, da un gran numero di Stati. Non si contano le conferenze che ne sono seguite fino ad oggi, tutte dispendiose, organizzate in posti anche molto belli, sempre più partecipate e sempre meno efficaci. Tant'è che le emissioni di CO_2 e gas serra continuano a crescere.
Chissà se vedremo il giorno in cui le associazioni ambientaliste, almeno le più serie, finiranno di illudersi e di riporre speranze su questo grande circo di incontri che preparano ad altri incontri. Il fatto è che la maggior parte dei delegati partecipanti al circo è costituita da politici i quali, nei rispettivi Paesi, 1) stanno economicamente benone, 2) non sono molto interessati agli effetti reali delle questioni ambientali, 3) sono molto interessati a mantenere i loro ruoli. Dunque devono recepire le istanze delle masse dei loro Paesi. Le quali masse sono principalmente afflitte, nei Paesi che contano, dai temi del lavoro, della crisi economica e della sicurezza di fronte alla piccola criminalità. Temi importanti, soprattutto i primi due. L'individuo-massa è però fondamentalmente ignorante, dunque non riesce a vedere oltre la punta del proprio naso e a collocare la crisi economica-finanziaria nel contesto della più generale crisi ambientale. Non ce la fa ed è difficile proporgli uno sforzo concettuale così impegnativo. E' ovvio che il politicante, per mantenere la sua posizione di rendita, ha bisogno di interpretare i bisogni delle masse poichè nelle democrazie ogni testa conta e vota per uno. Se il politico aspirasse al voto delle sole persone pensanti e di valore oggi, ad esempio in Italia, egli/ella prenderebbe non oltre l' 1% dei voti. E dovrebbe cambiare mestiere...che non conviene perchè a fare il politico di un certo livello si guadagna non male. Questo spiega come mai la questione ambientale non possa essere centrale per la sfera della politica. Con buona pace di tanti seri e appassionati amici ambientalisti che pure si impegnano con credo e zelo. E magari s'illudevano che i prossimi incontri di Copenhagen sarebbero stati fruttuosi.
Intanto il Presidente USA comincia ad avere diverse gatte da pelare ma c'è ancora chi spera in un suo salvifico colpo di reni. Sono articoletti buffi e contenenti diversi errori oltre che esemplificativi di un certo livello di sprovveduto fideismo ambientalista assai diffuso in Italia. Peraltro anche i miei amici pastori avevano saputo che Obama è per i pannelli solari ! Avevo dato più volte notizia degli importanti interventi della nuova amministrazione USA a sostegno delle energie rinnovabili. Infilandoci però dei prudenziali punti di domanda. Nel prossimo post daremo qualche numero precisino che permette di capire qual' era ed è il core business della politica energetica USA.
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